Dal diario di bordo di Matteo Basso - PCTO zoologia applicata_area scientifica
SULLE ORME DI DARWIN...
RICERCA E MONITORAGGIO SCIENTIFICO NEL
SANTUARIO PELAGOS CON L’ISTITUTO TETHYS
Riportiamo alcuni appunti tratti dal diario di bordo scritto da Matteo Basso 5E LS scienze applicate durante la sua esperienza nel Mar Ligure nel luglio 2025
"La maggior parte delle persone comuni non è
Passa il tempo e io mi rendo conto che
patisco il mal di mare. O almeno, il mio organismo doveva abituarsi per
la prima volta a un viaggio movimentato in mare aperto, con onde non
esattamente piccole e un freddo vento...
Dopo essermi ripreso ecco che la nave riesce a rilevare
la presenza di un capidoglio.
Così, 5 minuti dopo, un’oscura schiena e uno spruzzo obliquo
sono apparsi in lontananza.
L’emozione di vedere con i propri occhi un’animale così grande e
maestoso, così vicino ad una città tanto abitata, che è davvero lì, che
esiste davvero, è indescrivibile. Il capitano si è avvicinato cautamente al
capodoglio per non disturbarlo, e dopo aver soffiato per 45-50 volte, il
capodoglio si è riemerso, inarcando la schiena e mostrando in tutto il
suo splendore l’immensa coda orizzontale. Siamo riusciti proprio tramite
essa anche ad identificare l’individuo. Il suo nome è Harald, uno dei più
grandi esemplari conosciuti nell’area di ricerca (la lunghezza massima
della specie nel Mediterraneo è di 13 m)......
Più consapevole, matura, arricchita da un nuovo esperimento, alla prima
percezione della vera essenza di cos’è la conservazione e la ricerca.
Certo, a parte i capodogli e le stenelle (e forse un grampo) non abbiamo
visto troppi altri animali, ma è questo il bello della natura. Non sai mai
cosa ti può mostrare, e per questo ogni visione, monotona o piena di
delfini, è da valorizzare.
Una versione più completa e profonda di quello
che voglio scrivere l’ho inserita tra i messaggi dei partecipanti che ogni
settimana vengono raccolti come ricordo e testimonianza di quello che
un'organizzazione visionaria e sognatrice come quella dell’Istituto Tethys offre.
Alla fine sono sceso per l’ultima volta dalla barca, guardando il mare e il
molo, sperando che questa settimana possa rappresentare il punto di
svolta.
minimamente consapevole dell’esistenza di un’area protetta grande
come due volte la Svizzera per la conservazione di tutte le 8 specie di
cetacei presenti nel mediterraneo (tursiope, delfino comune, stenella
striata, grampo, globicefalo, zifio, capodoglio e balenottera comune).
Infatti mi chiedo come mai la gente vada in America a fare
whale-watching, quando nel nostro mare ci sono tali meraviglie. Questo
è un problema che riguarda tutta la fauna europea e che sono arrivato a
capire, grazie a questa importante esperienza....
In ogni caso, poco tempo dopo l’inizio della sessione di monitoraggio,
coloro che erano nel turno di osservazione - cicli di un’ora stabiliti dai
ricercatori - hanno confermato l’avvistamento di un veloce tursiope.
Avvistamento prevedibile, dato che questo delfino è la specie più
comune in acque costiere. L’animale però è scomparso subito,
e io non sono riuscito a inquadrarlo.
come due volte la Svizzera per la conservazione di tutte le 8 specie di
cetacei presenti nel mediterraneo (tursiope, delfino comune, stenella
striata, grampo, globicefalo, zifio, capodoglio e balenottera comune).
Infatti mi chiedo come mai la gente vada in America a fare
whale-watching, quando nel nostro mare ci sono tali meraviglie. Questo
è un problema che riguarda tutta la fauna europea e che sono arrivato a
capire, grazie a questa importante esperienza....
In ogni caso, poco tempo dopo l’inizio della sessione di monitoraggio,
coloro che erano nel turno di osservazione - cicli di un’ora stabiliti dai
ricercatori - hanno confermato l’avvistamento di un veloce tursiope.
Avvistamento prevedibile, dato che questo delfino è la specie più
comune in acque costiere. L’animale però è scomparso subito,
e io non sono riuscito a inquadrarlo.
Passa il tempo e io mi rendo conto che
patisco il mal di mare. O almeno, il mio organismo doveva abituarsi per
la prima volta a un viaggio movimentato in mare aperto, con onde non
esattamente piccole e un freddo vento...
Dopo essermi ripreso ecco che la nave riesce a rilevare
la presenza di un capidoglio.
Così, 5 minuti dopo, un’oscura schiena e uno spruzzo obliquo
sono apparsi in lontananza.
L’emozione di vedere con i propri occhi un’animale così grande e
maestoso, così vicino ad una città tanto abitata, che è davvero lì, che
esiste davvero, è indescrivibile. Il capitano si è avvicinato cautamente al
capodoglio per non disturbarlo, e dopo aver soffiato per 45-50 volte, il
capodoglio si è riemerso, inarcando la schiena e mostrando in tutto il
suo splendore l’immensa coda orizzontale. Siamo riusciti proprio tramite
essa anche ad identificare l’individuo. Il suo nome è Harald, uno dei più
grandi esemplari conosciuti nell’area di ricerca (la lunghezza massima
della specie nel Mediterraneo è di 13 m)......
Più consapevole, matura, arricchita da un nuovo esperimento, alla prima
percezione della vera essenza di cos’è la conservazione e la ricerca.
Certo, a parte i capodogli e le stenelle (e forse un grampo) non abbiamo
visto troppi altri animali, ma è questo il bello della natura. Non sai mai
cosa ti può mostrare, e per questo ogni visione, monotona o piena di
delfini, è da valorizzare.
Una versione più completa e profonda di quello
che voglio scrivere l’ho inserita tra i messaggi dei partecipanti che ogni
settimana vengono raccolti come ricordo e testimonianza di quello che
un'organizzazione visionaria e sognatrice come quella dell’Istituto Tethys offre.
Alla fine sono sceso per l’ultima volta dalla barca, guardando il mare e il
molo, sperando che questa settimana possa rappresentare il punto di
svolta.
Che ricerca sia."
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Ultima revisione il 08-10-2025